Il progetto il Faro è certamente ambizioso; provare a creare un ambiente educativo, accogliente, supportivo per minori, ma senza in alcun modo essere alternativo alle loro famiglie, ai loro abituali contesti relazionali. Aiutare senza sostituirsi, anzi aiutare gli stessi genitori a recuperare la propria capacità e le proprie risorse.
Un progetto che intende avere uno sguardo sui minori, ma anche una cura del loro ambiente, un affiancamento agli adulti, per rafforzare i legami affettivi e i riferimenti naturali.
Gli educatori del Faro dovranno quindi essere molto più che educatori, dovranno essere operatori sociali, nel senso più ampio del termine, dovranno sapere leggere e gestire le situazioni di disagio all’interno delle relazioni che le hanno prodotte e saranno queste, principalmente, che dovranno essere consolidate.
Un ruolo che richiederà molte capacità e una grande flessibilità mentale; gli operatori dovranno capire quando è importante stare accanto ad un bambino, quando incoraggiare il gruppo, quando sostenere i genitori, quando lasciare spazio ad altri adulti, quando agire tramite i sistemi istituzionali, tutto nelle giuste dosi ed avendo presente le attese di ogni soggetto e la tenuta dei legami.
Il Faro si occuperà della comunità, assumendo che sia il miglior modo di garantire ai bambini una crescita felice. Si tratta quindi di un progetto ambizioso, e che quindi non può in alcun modo essere improvvisato e sperimentale.
Gli operatori dovranno essere professionisti che uniscano elevate competenze, esperienze consolidate e un’alta motivazione ad accettare questo tipo di impegno verso la comunità.
Alla fine di luglio sono stati realizzati i colloqui di selezione per le figure previste.
Le domande di partecipazione sono state piuttosto numerose, circa 100 e ad ogni candidato è stato dedicato un incontro di 30 minuti.
L’obiettivo della selezione era individuare professionisti immediatamente capaci di contribuire a costruire il progetto, assumendosene la responsabilità in modo condiviso e consapevole.
Le aree di valutazione sono state 3: la competenza tecnica, competenza organizzativa e motivazione al ruolo.
La competenza tecnica è stata valutata tramite gli anni di attività, le responsabilità, le metodologie possedute e agite negli interventi per minori in condizione di disagio sociale, in particolare nel contesto anconetano.
La competenza organizzativa è stata valutata tramite la capacità di comprendere le dinamiche organizzative, di gruppo, di integrazione interprofessionale e di mettere in atto specifiche strategie e metodologie per garantire l’intero processo progettuale, a partire dal proprio ruolo.
La motivazione al ruolo è stata valutata tramite la disponibilità all’investimento nel progetto nascente e il desiderio di farne parte, la conoscenza dei suoi presupposti, il contributo migliorativo che il candidato intendeva apportare, il livello di autonoma iniziativa e progettualità espresse.
Un momento del colloquio è stato dedicato alle domande del candidato, perché potesse egli stesso verificare la propria motivazione e l’eventuale scelta di collaborare con il progetto.
Sono quindi stati individuati 4 professionisti, che hanno tutti prevalentemente dedicato la propria vita lavorativa e le proprie passioni all’impegno in favore dei minori, testimoniando innanzitutto di comprendere la responsabilità che questo impegno comporta, per il destino e il futuro dei bambini.
Le selezioni sono state anche una preziosa occasione per incontrare operatori competenti e specializzati, che potranno essere importanti risorse per attività occasionali e per eventuali ulteriori iniziative strutturate.
Presto sarà data comunicazione delle scelte compiute e si avvierà il vero e proprio percorso di costruzione del progetto, per arrivare all’inaugurazione del 16 settembre.
Un ringraziamento è dovuto a tutte le persone che hanno svolto le selezioni, il progetto avrà comunque bisogno di tutti, collaboratori occasionali, volontari, amici e anche semplici sostenitori e, anche se non sarà sempre possibile offrire un compenso, speriamo che sia comune la volontà di impegnarsi per i minori che saranno accolti.