Parlare di alimentazione significa entrare in una sfera che molto più di altre ha valore affettivo e simbolico per i bambini.
Il Faro propone un modello di educazione alimentare volta a favorire il benessere dei minori e a far apprendere uno stile alimentare sano. L’alimentazione proposta è nel rispetto delle scelte religiose, ma sempre tenendo presente l’obiettivo della tutela della salute.
L’educazione alimentare si lega strettamente al momento dei pasti (pranzo e merenda), importanti momenti di condivisione, durante i quali è possibile monitorare e se necessario intervenire sulle abitudini alimentari.
Cosa intendiamo per educazione alimentare?
Significa agire perché i bambini si accorgano del valore del cibo.
In primo luogo, la proposta di un’alimentazione equilibrata, varia e orientata alla protezione del benessere fisico, con riguardo agli eccessi e ai disordini.
I bambini sono aiutati a riconoscere l’importanza dei comportamenti alimentari e a dedicare cura al momento del pasto, con le sue ritualità, i suoi tempi e le sue attenzioni che comunicano dedizione sia al cibo, mai scontato, sia alle persone che mangiano con noi.
Ai bambini è quindi raccontata la storia del cibo e descritto il rapporto tra il nutrirsi e il benessere, inteso nel senso più ampio; soprattutto, ai bambini è trasmessa la sacralità del pasto, intesa come preziosità che riempie di gratitudine.
Il secondo grande tema con cui è promossa l’educazione alimentare è connesso al valore emotivo e simbolico, in termini relazionali, del cibo.
Notoriamente il bambino collega il nutrimento alla relazione con la madre e, più in generale, con le figure di riferimento affettivo; il cibo assume quindi un fondamentale valore di comunicazione e gratificazione emotiva.
Come educatori del Faro siamo consapevoli della rilevanza nella vita dei bambini e degli adolescenti del cibo; il rapporto con l’alimentazione costituisce uno delle principali aree in cui si gioca il benessere, l’accettazione di sé, il rapporto con i coetanei e con la famiglia, con una serie di significati che possono snaturare totalmente le abitudini alimentari.
Nella nostra esperienza, vediamo che il cibo può avere una funzione sostitutiva, o sedativa, laddove i genitori o il bambino stesso lo utilizzino per gratificare bisogni affettivi, o, più in tarda età, può costituire uno strumento con cui l’adolescente comunica la propria sofferenza o le proprie crisi.
Quello che cerchiamo di fare è offrire la nostra sensibilità per recepire il personale rapporto con il cibo di ogni bambino, aiutandolo a vivere emozioni in modo meno pressante.
Per essere concreti, se un bambino cerca consolazione in un certo alimento, viene aiutato a riconoscere l’emozione e anche il comportamento che sta mettendo in atto, per consentirgli, nel tempo, di comportarsi in modo diverso.
L’azione educativa degli operatori è quindi di mostrare ai bambini le tante possibilità di comportamento, aumentando in loro la consapevolezza del valore di ogni scelta; ad esempio, un operatore può incoraggiare scelte personali, aiutando a non aderire alle scelte del gruppo, soprattutto se connesse a comportamenti autolesivi.
Al Faro poniamo sempre massima attenzione al significato emotivo e agli stati d’animo che i bambini esprimono, per aiutarli a riconoscerli e viverli in modo più autentico e diretto, senza automatismi connessi all’alimentazione.