Presso la sala consigliare del palazzo degli Anziani di Ancona, si è tenuta un'adunanza aperta sul tema "Sicurezza"
Di seguito il testo dell'intervento di Don Antonio Integlia
Iniziamo da qualche domanda.
Perché parliamo oggi di sicurezza? Cosa significa per noi sentirci sicuri?
Parliamo di sicurezza perché, soprattutto dopo gli eventi spettacolari degli attacchi terroristici, sia quelli dell’11 settembre, sia quelli successivi, anche in Europa ci sentiamo minacciati. Minaccia che è stata anche collegata all’immigrazione e alla presenza degli stranieri, anche per motivazioni religiose.
Ci sentiamo un po’ sotto attacco. È un sentimento molto importante, perché se viviamo sotto minaccia e abbiamo paura, tutta la nostra vita ne è condizionata.
Quindi mi pare importante distinguere tra la nostra sicurezza (di cui si devono occupare le forze dell’ordine) e il nostro sentimento di insicurezza, per il quale siamo lasciati a noi stessi.
Voglio dire che questo è un passaggio molto importante, che tuttavia non è adeguatamente sottolineato.
Dai rischi reali, dai pericoli per la nostra incolumità ci difendono le forze dell’ordine e le azioni di prevenzione per cui ci sono persone dedicate.
Ma dalla paura chi ci difende?
Quante persone si sono sentite più sole, più vulnerabili più diffidenti verso gli altri, dopo che si è diffuso il sentimento di insicurezza?
Quanti, soprattutto chi si vive già debole, o ha già un’insicurezza (pensiamo ai tanti anziani soli), si è ulteriormente chiuso, e ha vissuto con più preoccupazione gli incontri con gli estranei, o con gli stranieri?
Pensiamo molto a difenderci, forse non abbastanza a cosa stiamo difendendo, a quanto la nostra società sta diventando meno bella, meno solidale e fiduciosa, e con la nostra società anche la nostra vita.
Penso che dobbiamo mettere tanto impegno ad occuparci della paura dell’insicurezza, almeno quanto della sicurezza.
Il Faro e la comunità salesiana provano a fare questo.
Lo proviamo a fare in modo molto semplice, ovvero creando le condizioni per cui le persone esprimono le parti migliori di sé.
Occuparsi di bambini, impegnarsi per offrire loro spazi di amicizia, condivisione, allegria, accoglienza ci permette di riempire le nostre giornate di valore e ci appaga profondamente.
Non sto soltanto parlando di chi lavora nel nostro centro o di chi ha scelto di passarci la vita, parlo anche di persone che ogni tanto vengono, che in qualche modo ci aiutano e che esprimono così la loro fiducia e solidarietà.
In questo modo cresce la conoscenza degli altri, e soprattutto il sentimento di reciprocità, di solidarietà e di comunità.
Questo sentimento è qualcosa che forse ai nostri giorni è molto meno forte di un tempo, ma ci sembra fondamentale per vivere e soprattutto è l’opposto della paura.
Per questo il volontariato, i contesti comunitari e di accoglienza, anche se non si occupano di sicurezza, possono fare molto per il sentimento di insicurezza e la paura, aiutando a vivere meglio e a dare bellezza a quella vita che tanto sentiamo di voler proteggere…